Noventa Padovana

Villa Morosini Antonibon a Noventa Padovana

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Villa Morosini Antonibon Capello a Noventa Padovana risale al XVII secolo e fu in origine di proprietà della nobile famiglia veneziana dei Morosini. Read More
Villa Morosini Antonibon a Noventa Padovana

Villa Morosini Antonibon Capello a Noventa Padovana risale al XVII secolo e fu in origine di proprietà della nobile famiglia veneziana dei Morosini. Oggi appartiene ad Anna Maria Antonibon, sposata con Paolo Cappello, patrizi veneti. Una prima testimonianza della presenza dei Morosini a Noventa è datata 1447; nel 1518 Laura Morosini possiede “24 campi, casa da stazio con il suo cortivo, granaro, brolo e casa de paia, tesa e cortivo per il gastaldo”. Pur variando la consistenza dei beni, il complesso resta fino all’Ottocento di proprietà della famiglia Morosini. Alla famiglia Morosini si deve anche la costruzione all’interno del complesso dell’oratorio pubblico dedicato a Santa Elisabetta, o della Visitazione, poco prima del 1752. Ancora oggi è tra i più belli oratori assieme a quello Giustiniani (Villa De Chantal-Destro) e agli altri quattro esistenti tutt’oggi a Noventa Padovana: Valmarana, Cappello, Canzoni e Todeschini. Nel Sommarione del Catasto Napoleonico del 1808 sono ancora i Morosini ad abitare nella villa, mentre in quello austriaco del 1846 appare come proprietario Antonio Martini.

In origine il fiume Brenta lambiva il complesso di  Villa Morosini Antonibon appena alle sue spalle: come accaduto per altre ville del territorio, lo spostamento di sede del fiume ha permesso la creazione di un ampio parco secolare che anche oggi circonda l’edificio. Il fabbricato è formato da un corpo centrale, da sempre a uso abitativo, dotato di timpano e portale settecenteschi, e da due lunghe ali laterali di carattere rustico della fine del Seicento: in origine quella a destra era adibita a barchessa e boaria, mentre quella a sinistra a foresteria. All’estremità di questa era costruito l’oratorio, poi sconsacrato e ora parzialmente trasformato in abitazione, come l’ala simmetrica. Nella villa padronale un’ampia scala a ventaglio porta all’ingresso del piano nobile, sopraelevato e ad un unico piano, in cui spicca il portale sormontato da lunetta; ai lati due finestre completano la forometria del salone passante. Il basamento è dato dal piano cantinato, decorato da intonaco a bugnato rustico e finestre riquadrate. La soffitta, un unico ambiente coperto da capriate lignee, ha sul fronte principale cinque piccole finestre quadrate. Sopra la cornice di gronda, una balaustra a colonnine raddoppiata in corrispondenza del salone mediano, decora la facciata e corona il volume principale. Le ali laterali presentano due arcate simmetriche, incorniciate da bugne e lesene, in corrispondenza dell’attacco con il corpo principale. Sono poi sviluppate su un unico piano con un ammezzato sottotetto, il cui prospetto risulta ritmato da camini aggettanti con alti pinnacoli, finestre, arcate e dagli oculi ovali del sottotetto. L’oratorio sconsacrato ha la facciata caratterizzata da lesene che sorreggono una trabeazione, sormontata da un timpano triangolare modanato.

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