
Il Duomo di Santa Tecla a Este è il più antico e importante luogo di culto della città murata, sorto sulle ceneri di una antica chiesa paleocristiana, distrutta da un terremoto nel 1688. La sua fondazione risale probabilmente al IV-V secolo d.C., quando sui resti di un preesistente tempio pagano venne costruita la pieve dedicata a Santa Tecla, vergine e martire originaria dell’Anatolia. Durante l’epoca medievale l’edificio fu progressivamente ingrandito e la chiesa arrivò ad avere cinque navate. Fino alla fine del Cinquecento, mantenne l’orientamento canonico con l’abside rivolta verso oriente e l’ingresso ad occidente. Fu l’arciprete Francesco Antonio Fracanzani a deciderne l’inversione: durante i lavori di restauro effettuati tra il 1583 e il 1592, seguendo il progetto di Vincenzo Scamozzi, la facciata venne ricostruita verso il nuovo centro che nel frattempo si era venuto a creare. Quando nel 1688 il terremoto danneggiò gravemente la Cattedrale, per ragioni di sicurezza si rese necessaria la sua completa demolizione. L’opera di ricostruzione coinvolse tutta la cittadinanza, che si adoperò per sostenere l’ambizioso progetto. Per realizzare la nuova costruzione venne incaricato l’architetto veneziano Antonio Gaspari (1656-1723), collaboratore del Longhena, che progettò un’opera architettonica unica nel suo genere, con un’originalissima pianta ovale ed architettura obliqua. La straordinarietà dell’impianto barocco è costituita dall’orientamento perfettamente convergente degli assi di tutte le cappelle e degli altari verso il centro della pianta elittica della navata. Il virtuosismo ottico è accentuato dal profondo presbiterio e dall’alta cupola centrale che dona grande luminosità alla chiesa abbaziale. I lavori iniziati nel 1690 con la posa della prima pietra da parte del Vescovo di Padova Gregorio Barbarigo, si protrassero fino al terzo decennio del ‘700 con opere di abbellimento che non portarono però all’esecuzione della facciata, la quale secondo il progetto del Gaspari doveva essere riccamente ricoperta di marmi e statue.
Il Duomo di Santa Tecla a Este racchiude al suo interno un gran numero di opere d’arte settecentesche di nomi illustri come Tiepolo, Corradini, Grigoletti, Zanchi e Amigoni. L’opera d’arte più celebre è sicuramente la grande pala d’altare collocata nell’abside raffigurante Santa Tecla, che intercede presso il Padre Eterno per la liberazione della città dalla peste del 1630, realizzata da Giovan Battista Tiepolo nel 1759. La tela di notevoli dimensioni (6,75×3,90 mt) è considerato il capolavoro tra i dipinti con soggetto sacro del famoso artista veneziano. Un’altra opera di grandissimo valore si trova a destra del presbiterio, nella cappella del Santissimo Sacramento. Si tratta del gruppo scultoreo raffigurante il “Trionfo dell’Eucarestia” del maestro veneziano Antonio Corradini (1688-1752). Realizzato in marmo di Carrara, comprende la mirabile ed emblematica statua della Fede velata, vero capolavoro di illusionismo scultoreo. Il Duomo Abbaziale di Santa Tecla ospita inoltre l’altare della Beata Beatrice d’Este, la seconda patrona della città che all’inizio del Duecento lasciò la corte della sua potente famiglia per consacrarsi a Dio. La coraggiosa principessa Beatrice I d’Este (1191-1226) iniziò ad essere venerata subito dopo la sua morte prematura e il culto popolare proseguì con continuità per secoli. Una delle prove della sua santità è considerato il ritrovamento del suo corpo incorrotto, oggi esposto all’interno di un’urna di cristallo nell’altare a lei dedicato. Ogni anno, in occasione della ricorrenza della morte avvenuta il giorno 10 maggio, vengono esposti gli oggetti e i paramenti appartenuti a Beata Beatrice, giunti incredibilmente intatti fino a giorni nostri grazie alle premurose cure di coloro che nei secoli li hanno custoditi.
Info
Piazza Santa Tecla 6, Este (PD)
Tel +39 0429 2009