
La Corte Benedettina a Correzzola è un enorme complesso rurale, il più grande del Veneto, probabilmente costruito su progetto dell’architetto Andrea Moroni, e fondato nel XV secolo come centro operativo dell’imponente opera di trasformazione e bonifica del territorio rurale della Saccisica avviato dai frati di Santa Giustina di Padova sin dal 1129. Eretta accanto alla riva del Bacchiglione, in posizione ideale per le comunicazioni con Padova e Chioggia, la grandiosa Corte di Correzzola era composta da una serie di edifici nei quali vivevano i monaci benedettini e tutte quelle persone (artigiani, contadini, fabbri, ecc.) che assicuravano, con la loro opera, la buona amministrazione di questa grande tenuta. Vi erano anche forni per il pane, cantine per la distillazione dell’acquavite, laboratori per la tessitura, stalle, pozzi, orti, giardini e una grande scuderia che poteva contenere fino a 100 cavalli. Il corpo centrale del complesso, quasi appoggiato all’argine del Bacchiglione e ritmato nella parte frontale da un lungo porticato, è chiuso nella parte ovest dalla foresteria, dalla residenza dei monaci e dell’Abate (di recente restauro, oggi ospita un hotel) e dal cellario. Il lato sud ospitava i granai, i fienili, le officine e i depositi di pancature per proteggere gli argini. Nonostante le enormi dimensioni, la presenza dei monaci fu sempre piuttosto modesta: soltanto una decina erano mediamente i monaci che vivevano stabilmente nel complesso, questo perché la Corte non era un centro religioso, ma era la “grande fabbrica” dell’ordine benedettino di Santa Giustina. A metà ‘600 la crisi agricola europea e la peste segnarono la decadenza della struttura. Solo verso la metà del XVIII secolo venne ripresa la bonifica e si progettarono migliorie. Dopo la soppressione napoleonica delle congregazioni religiose del 1797, il duca di Lodi, Francesco Melzi d’Eril, e i suoi eredi assunsero il controllo del sito benedettino e di tutte le scorte che vi si trovavano. Alla fine della prima guerra mondiale, il Tenimento Melzi d’Eril di Correzzola viene allineato e le possessioni, per varie e fortuite circostanze, andarono nelle mani dei cittadini del Comune di Correzzola.
La Corte Benedettina a Correzzola non fu certo l’unica testimonianza architettonica che i benedettini lasciarono in questi territori. I Monaci fecero costruire anche una novantina di case coloniche in muratura coperte di coppi, ed eccezionalmente confortevoli per l’epoca in cui la soluzione abitativa più diffusa per i contadini erano i Casoni di paglia: la più importante di queste costruzioni, ed anche la più originale dal punto di vista architettonico è la “Grande Vanezza di Correzzola” costruita nel 1570 sul punto altimetricamente più elevato per rendere più agevole e razionale l’allevamento del bestiame. Si tratta di un imponente edificio, composto di 15 arcate racchiuse al centro da due porzioni abitative che sopravanzano verso sud, la fluidità delle linee architettoniche, unita alla compattezza e al perfetto equilibrio dell’insieme fanno della Vanezza un autentico gioiello di architettura rurale.
Info
Via Marconi 9, Correzzola (PD)
Tel +39 329 7468414
[email protected]
www.lecortibenedettine.it