
La Chiesa di San Luca a Padova, dove fu battezzato nel 1655 l’inventore del pianoforte Bartolomeo Cristofori, è a croce greca (unico esempio attuale a Padova) con due cappelle laterali costruite nel 1834 ai lati del presbiterio, che ne snaturano l’architettura originaria. Nel 1174, nel luogo dove si trovava un antica chiesa dedicata ai Dodici Apostoli e demolita qualche tempo prima per far spazio alle mura cittadine, il Beato Cresenzio de’ Camposampiero fece costruire una nuova cappella, a ridosso delle mura, utilizzando, per il suo arredo interno quanto di bello e prezioso si poté recuperare dalla demolita chiesa. Il nome originario fu mantenuto fino a quando, il 19 marzo 1177, fu rinvenuto il corpo di San Luca Apostolo presso la Basilica di Santa Giustina ed il Beato Cresenzio cambiò alla chiesa il titolo originario dei Dodici apostoli in quello dell’Evangelista San Luca. Nel 1320, infine, per disposizione di Giacomo primo da Carrara fu abbattuta anche quella chiesa e ricostruita nel luogo in cui ora si trova. Fu consacrata il 18 ottobre del 1381 come afferma l’epigrafe posta a destra della cappella di S. Teresa del Bambino Gesù. La chiesa ospitava la Fraglia dei pittori: San Luca stesso, come ricorda la tradizione, era pittore. La facciata è semplice, con due paraste ioniche per ciascun lato dell’ingresso ed il timpano sormontato da tre statue in pietra raffiguranti la Madonna al centro, S. Francesco a destra e S. Antonio a sinistra. Sopra la porta d’ingresso, un’epigrafe ricorda la riapertura della chiesa al culto il 2 luglio 1815, dopo la soppressione napoleonica del 1807.
La Chiesa di San Luca a Padova presenta all’interno due cappelle (risalenti al 1834) ai lati dell’altare maggiore. Vi sono numerose tele, opera di vari autori locali, dei sec. XVII-XX. Nella Cappella della Madonna si può ammirare La Madonna con il Bambino, opera attribuita a Giusto dè Menabuoi: nel 1912 essa fu coperta da una piccola tela, copia della Consolata di Torino (Paletta, 1905). Nel 1995 l’opera di Menabuoi fu finalmente riscoperta e la Consolata fu trasferita presso la parete a destra della Chiesa (di questa oggi si può vedere solo una copia fotografica in quanto fu trafugata nel 1997). Il presbiterio è occupato da un bell’altare in marmo decorato con pietre semipreziose da Francesco Corbarelli, (nel 1667-68). La pala al centro, opera di Pietro Damini (1592-1631) rappresenta San Luca: sullo sfondo, la Torlonga, con in cima una specula, che dimostra come ai primi del seicento fosse utilizzata come torre di avvistamento. Sul piano superiore La Vergine col Bimbo, alla sua sinistra, Santa Giustina e San Prosdocimo, alla destra S. Antonio e San Daniele. Sul piano inferiore San Luca in atto di dipingere la Madonna. Notevole la tela alla sinistra, rappresentante L’infanzia della Vergine. Si tratta di un’opera di Apollodoro, da lui donata quando si iscrisse alla fraglia dei pittori, nel 1606, che aveva sede in questa chiesa.
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