
L’Abbazia di Praglia a Teolo (Abbazia Benedettina Santa Maria Assunta di Praglia) si trova ai piedi del Monte Lonzina, a pochi chilometri da Abano e Montegrotto Terme, ed è senza dubbio il più importante e suggestivo luogo di spiritualità dell’area dei Colli Euganei. Si tratta di un monastero benedettino molto antico, fondato nell’XI secolo per iniziativa della nobile famiglia vicentina dei Maltraversi (dal conte Umberto detto Maltraverso, signore di Montebello, nobile padovano, che creò una fondazione signorile dando così avvio alla storia dell’Abbazia, dipendente agli inizi da quella di San Benedetto in Polirone di Mantova). Il nome Praglia deriva dal termine medievale “pratalea” (località tenuta a prati) e si rifà probabilmente alla grande opera di bonifica e di messa a coltura di terre paludose della zona avviata proprio dai monaci nel Medioevo. Per molti anni il centro ecclesiastico fu un caposaldo dell’ordine dei Benedettini. Dopo una fase di decadenza, nel 1448 iniziò la rinascita grazie al passaggio sotto la potente Abbazia di Santa Giustina a Padova (Congregazione di Santa Giustina), guidata da religiosi riformatori. In quegli anni avvenne anche la ricostruzione della chiesa dedicata all’Assunta e di parte degli ambienti monastici (unica testimonianza visibile dell’originario impianto medievale rimane oggi la torre campanaria). Profondamente radicata nella zona euganea grazie ai suoi vasti possedimenti fondiari, l’Abbazia di Praglia si arricchì gradualmente di costruzioni imponenti e di opere d’arte fino alla conquista napoleonica del Veneto (1810), che ne decretò la soppressione e lo spogliamento. I monaci benedettini sono tornati ad abitare il monastero a partire dal 1904 rendendo Praglia celebre anche per i prodotti rigorosamente naturali qui confezionati: erbe officinali, cosmetici, cera, miele, propoli, tisane, infusi, ma anche confetture, dolci e vini tuttora venduti all’interno dell’abbazia. La vastità dell’edificio (ca 13.000 mq di superficie coperta), l’armonica razionalità ed equilibrio dei quattro chiostri che ne articolano lo spazio, lo stile architettonico in cui si integrano felicemente il tardo gotico e l’incipiente rinascimento, fanno dell’Abbazia di Praglia un notevole monumento d’arte.
Il monastero dell’Abbazia di Praglia a Teolo si articola nei caratteristici quattro chiostri quadrangolari (doppio o della clausura, botanico, pensile e rustico) ai quali si affiancano il refettorio monumentale (o refettorio grande), il refettorio ordinario, la basilica e la prestigiosa biblioteca antica. Alla seconda metà del XV secolo risalgono il chiostro botanico, un tempo destinato alla coltivazione delle piante medicinali e oggi elegante giardino, il chiostro doppio circondato dalle celle dei monaci e il chiostro pensile o “del Paradiso”, collocato al primo piano e caratterizzato da colonne e capitelli finemente lavorati. Più tardo il chiostro rustico su cui affacciano la foresteria e il centro per conferenze e attività culturali. Altro ambiente suggestivo è il refettorio monumentale, al cui interno si notano, oltre al magnifico arredo ligneo, una grande “Crocifissione” dipinta da Bartolomeo Montagna alla fine del ‘400 e un pulpito in marmo utilizzato per la lettura delle Sacre Scritture durante i pasti. La chiesa abbaziale dedicata all’Assunta risale al periodo 1490-1550, e fu edificata su disegno di Tullio Lombardo, con pianta a croce latina e a tre navate. Il portale è opera di Andrea Moroni, mentre all’interno si trovano opere di pittori veneti dei secoli XVI-XVII, tra cui spicca l’”Ascensione di Cristo” del padovano Domenico Campagnola collocata nel catino absidale.
L’Abbazia di Praglia a Teolo, ancora oggi abitata dai monaci benedettini (per questo il complesso non è completamente visitabile) e meta di un costante turismo religioso, ospita al suo interno anche una Biblioteca Monumentale Nazionale, che fu costruita in seguito alla riedificazione del monastero avvenuta nel 1400 e che contiene circa centomila volumi. La sala al piano superiore della biblioteca antica è impreziosita da 17 tele di G.B. Zelotti, pittore del tardo Cinquecento, inserite negli scomparti del soffitto in legno. Altre tele dello stesso artista, con temi biblici, si trovano ora nel refettorio monumentale. Il famoso laboratorio di restauro dei libri e codici antichi, che ha reso Praglia famosa in tutto il Mondo, è un altro fiore all’occhiello dell’Abbazia, che ha provveduto negli anni al ripristino di molte opere del patrimonio librario. Tra gli ospiti più famosi del monastero euganeo ricordiamo lo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro, che ambientò a Praglia una scena del suo romanzo “Piccolo mondo moderno” (1901).
Info
Via Abbazia di Praglia 16, Teolo (PD)
Tel +39 049 9999300
Fax +39 049 9999344
[email protected]
www.praglia.it