
Il Museo Antoniano a Padova, o Museo al Santo, ideato nel 1895 in occasione del settimo centenario della morte di Sant’Antonio (per rendere fruibili le collezioni d’arte e gli oggetti legati alla figura del Santo), è stato riaperto nel 1995 nel chiostro del Beato Luca Belludi (il compagno-segretario di Sant’Antonio), già chiostro dell’infermeria della fine del XV secolo, posto in parte del complesso dell’Oratorio di San Giorgio e della Scoletta del Santo presso la Basilica di Sant’Antonio da Padova. Il Museo si trova proprio in quello straordinario scrigno di fede e di arte che è la Basilica del Santo. In questa suggestiva cornice fatta di architetture medievali, a due passi dall’Orto Botanico, si può percorrere un itinerario che unisce le cappelle affrescate da Altichiero e Giusto de’ Menabuoi ai bronzi di Donatello, dagli affreschi del giovane Tiziano nella scuola del Santo alle scenografie barocche dello scultore Filippo Parodi.
L’attuale spazio museale è alquanto differenziato e contiene un’esposizione della religiosità popolare con interessanti e curiosi ex-voto, opere decorative provenienti dalla Basilica, e ospita anche alcune mostre temporanee; il museo in sé invece, è un’autentica collezione di altissimo livello, un insieme sistematico del culto e della venerazione a Sant’Antonio lungo i secoli, un luogo sicuro per molte opere d’arte che avevano perduto la propria collocazione originaria o la possibilità di un utilizzo sistematico. Un percorso unico tra i tesori artistici realizzati, nei secoli, per la Basilica del Santo e per la Veneranda Arca di Sant’Antonio: dipinti, sculture, gessi, paramenti sacri, arazzi, oreficerie, fino a oggi poco accessibili al pubblico.
Al Museo Antoniano a Padova si incontrano frammenti di affreschi di scuola giottesca e padovana del primo Rinascimento, staccati dalle cappelle o dai chiostri conventuali (come la lunetta affrescata da Mantegna per il portale della Basilica del Santo); bronzetti e statue (interessanti quelle di Rinaldino di Francia, al tramonto del XIV secolo). Le quattro tarsie lignee, già facenti parte della sacrestia, raffigurano prospettive urbane, opera dell’artista Pierantonio Degli Abbati. È esposta una ricchissima raccolta di paramenti sacri e biancherie liturgiche (come un raro paramento liturgico tessuto a Lione nel Settecento) che offre un panorama molto dettagliato, registrando le innovazioni tecniche e i cambiamenti del gusto e dei decori dal Quattrocento al Novecento. Numerosi sono i dipinti ad olio, tra cui spiccano le pale d’altare di Tiepolo e di Piazzetta e le pregevoli opere di Balestra, Pittono, Pellegrini e Ceruti. Le oreficerie (come la preziosa Navicella di arte orafa tedesca del Cinquecento) sono le più svariate: dalle “carteglorie” alle legature di messale; dall’aspersorio ai reliquiari; dai calici agli ostensori. I capolavori sono concentrati nel soppalco e sono tutti provenienti dalla “Cappella del Tesoro”, uno dei monumenti più prestigiosi della della Basilica del Santo, nonché uno dei punti di riferimento del Rinascimento italiano (Donatello tra gli artisti che ci lavorarono).
Info
Piazza del Santo 11, Padova
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