
L’Area Archeologica del Colle Montirone ad Abano Terme rappresenta uno dei simboli storici della località termale (dal Medioevo al XVIII sec. qui si erogavano le cure termali) e si sviluppa in una piccola altura ricca di arte e storia, i cui giardini (pubblici) diventano il confine naturale di una passeggiata che si estende dal centro della città. A contatto profondo con la natura qui si possono ammirare le bellezze artistiche e monumentali di quello che, soprattutto in epoche antiche, costituì un centro di primaria importanza all’interno di Abano Terme. Non è infrequente imbattersi in affioramenti di nuda roccia, testimonianza dell’origine vulcanica del Colle. Un tempo, il Montirone era ricco di sorgenti termali naturali da dove sgorgavano caldissime acque in grado di alimentare tutte le strutture circostanti: per sfruttarne appieno i benefici, in epoca preromana (dei Veneti Antichi) e romana in questa ambita zona sorsero in breve tempo strutture termali, ville e residenze lussuose (in seguito danneggiate dalle invasioni barbariche). A sottolineare l’importanza del piccolo Colle del Montirone è l’imponente ingresso all’antica fonte (sorgente Montirone, dove ancora fino alla seconda metà del Novecento le acque sgorgavano spontaneamente ad una temperatura di 80° C), un colonnato corinzio risalente agli inizi del ‘900 progettato da uno dei maggiori esponenti dello stile neoclassico in Veneto, l’architetto Giuseppe Jappelli (ideatore del Caffè Pedrocchi a Padova, per intendersi), e con al centro una colonna dorica sormontata da una coppa ed avvolta tra le spire di un serpente, costruito nel 1825 in occasione del passaggio dell’Imperatore Francesco I d’Austria. I due edifici posti a lato dell’ingresso monumentale del Montirone, anch’essi del primo Novecento, furono utilizzati originariamente per l’erogazione delle cure termali (dei veri e propri stabilimenti termali). Per celebrare le rinomate proprietà termali di Abano Terme, lo Japelli costruì sul Colle Montirone anche cinque vasche in pietra (due grandi e tre piccole), simbolo della millenaria tradizione termale aponense. Le vasche contengono ancora oggi acqua termale. Infine, nel 1942, fu collocata sul colle, al termine della scalinata d’ingresso, la statua di Igea, dea della salute, opera dello scultore Paolo Boldrin.
Nell’Area Archeologica del Colle Montirone ad Abano Terme affiorò nel 1951 un deposito composto di numerosi e raffinatissimi vasi in ceramica (bicchieri a pareti sottili a impasto grigio o arancio, “rhytà” invetriati modellati a testa di animale e altro) tutti databili tra la seconda metà de I secolo a.C. e il I secolo d.C.. In un primo momento il deposito venne interpretato come stipe votiva (si pensava fosse un tempietto dedicato all’oracolo di Gerione o al dio Aponus, divinità tutelare delle fonti termali, da cui deriva il nome moderno di Abano), ma oggi si ritiene che si tratti del magazzino di un “emporium”, una sorta di negozio dove si produceva il vasellame e dove i devoti potevano procurarsi il materiale per espletare riti sacri presso le vicine fonti termali o per raccogliere l’acqua curativa con proprietà benefiche da consumarsi anche fuori dall’area termale. Dalla stessa zona proviene anche una piccola statua di bronzo raffigurante Mercurio con il tipico sacchetto per il denaro (“marsupium”), forse un riferimento all’uso anche “commerciale” dell’acqua termale. Quindi, come attestano i ritrovamenti archeologici, già dal I secolo d.C. sul Colle Montirone esisteva forse un tempietto votivo dedicato al dio Aponus, divinità tutelare delle fonti termali, da cui deriva il nome moderno di Abano
Oggi all’interno dei giardini del Colle Montirone, parco pubblico, sono ancora presenti i due edifici laterali al monumentale ingresso, attuale sede del Maav – Museo Abano Terme Arte Vetro.
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