Villa Emo Capodilista, voluta dalla nobile famiglia padovana dei Capodilista, sorge in una suggestiva località vicina a Feriole, frazione del comune di Selvazzano Dentro, pochi chilometri a sud del fiume Bacchiglione. La tenuta è detta La Montecchia, poiché si tratta di un rilievo alto appena 45 metri (il nome deriva appunto da “monticula”, piccolo monte) che include, oltre alla meravigliosa Villa rinascimentale circondata da un lussureggiante parco, un castello medievale e vasti possedimenti fondiari, in parte utilizzati come Golf Club.
Durante il dominio veneziano, nel 1472, Annibale Capodilista, a capo di una potente casata padovana acquistò i possedimenti e trasformò l’area della Montecchia in una vasta tenuta agricola dove nel secolo seguente furono impiantati ben 40.000 viti per la produzione di vini pregiati. Mentre le mura e alcune torri del castello venivano demolite per far posto ad una residenza di villeggiatura, la vecchia casa che fu dal 1200 circa della famiglia padovana dei Tadi, fu sostituita da un edificio a pianta quadrata concepito come padiglione per la caccia e luogo di svago per la famiglia. Frutto dell’ingegno del pittore e architetto Dario Varotari, allievo di Paolo Veronese, già apprezzato per aver preso parte alla decorazione pittorica della vicina Abbazia di Praglia, Villa Emo Capodilista fu costruita nel 1568 per volere di Gabriele Capodilista. Nella seconda metà del XVIII secolo, il matrimonio tra Beatrice, ultima erede del casato, e il veneziano Leonardo Emo (1783), diede origine alla famiglia Emo-Capodilista, ancora oggi proprietaria del luogo.
Dall’alto della collina, Villa Emo Capodilista domina il paesaggio con la sua sontuosità. Una villa dall’aspetto originale e fiabesco, caratterizzata da quattro facciate uguali, e impreziosita da ampie gallerie affrescate che ritraggono scene della mitologia e della storia della famiglia. La decorazione pittorica, sia nei loggiati che sui soffitti delle stanze, è opera di Varotari, aiutato da un altro allievo del Veronese, il greco Antonio Vassillacchi detto l’Aliense. I camerini di passaggio da un loggiato all’altro nonché le volte al di sopra delle scale sono decorate da graziose grottesche attribuite a Eliodoro Forbicini (seconda metà del XVI secolo). Attorno alla villa si stende un giardino con aiuole e siepi, circondato da un muro in cui si aprono eleganti portali in corrispondenza dei quattro punti cardinali. Lungo le pendici del colle il giardino si trasforma in un parco di gusto romantico, il cui allestimento ottocentesco è attribuito a Giuseppe Jappelli. Una grande varietà di piante ad alto fusto compone la flora della Montecchia (magnolie, cipressi, pini silvestri, farnie e altre specie). Ai piedi del colle si trova anche una chiesetta (oggi dedicata al Beato Giordano Forzatè di Padova) in cui hanno trovato sepoltura vari membri della famiglia Emo-Capodilista.
Negli edifici rustici vicini al castello, invece, hanno trovato posto negli ultimi anni un’azienda vitivinicola, un piccolo museo della vita rurale e alloggi per turisti. Nella proprietà della Montecchia non manca infine un apprezzato Golf Club.