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Abbazia di Santa Giustina a Padova

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La più importante opera architettonica e il più antico luogo di culto della Città del Santo. Read More
Abbazia di Santa Giustina a Padova

La grandiosa e celebre Abbazia di Santa Giustina a Padova, che secondo alcuni studiosi sorgerebbe sulle rovine di un tempio pagano, è la più importante opera architettonica e il più antico luogo di culto della Città del Santo. La chiesa, straordinariamente affascinante per la sua posizione laterale ed asimmetrica rispetto a Prato della Valle, venne fondata intorno al V secolo su un luogo cimiteriale in memoria della martire Giustina, patrona della città di Padova: una giovane patrizia padovana che fu martirizzata nel 304 nella feroce persecuzione dell’Imperatore Massimiliano. Secondo la tradizione il padre della martire, Vitaliano, alto funzionario imperiale che pare fosse stato convertito al cristianesimo da San Prosdocimo, fece costruire il primo nucleo della chiesa che sarebbe diventata la sede della prima cattedrale della città cristiana. Alla chiesa fu annesso successivamente un monastero benedettino e il complesso si arricchì progressivamente di beni e reliquie di molti santi. Iniziò così lo sviluppo operato dai monaci, che tanti benefici apportarono a tutto l’agro padovano con le bonifiche terriere che trasformarono le immense paludi e le sterminate boscaglie in distese di fertilissime campagne. Dopo la ricostruzione, a seguito del terremoto del 1117, la chiesa fu demolita nel 1502 per dar posto all’attuale colosso, realizzato tra il 1532 e il 1579 da diversi architetti, e in particolare da Andrea Moroni e Andrea da Valle. La facciata, che sarebbe dovuta essere ricoperta di marmo, probabilmente bianco, non fu però mai portata a termine (fatto comune in molte altre chiese di Padova, come la basilica di Sant’Antonio, poiché sotto il dominio della Serenissima Repubblica, i veneziani non permettevano l’esistenza di cattedrali più belle di quelle già presenti in Laguna). Nel 1797, con l’avvento della Repubblica Cisalpina, furono messi sotto sequestro i beni del Monastero e furono spediti a Parigi i manoscritti e le edizioni più preziose dell’antica Biblioteca (oggi biblioteca statale del monumento nazionale di Santa Giustina); la Chiesa e il Monastero furono spogliati di arredi e opere di pregio. Nel 1810, per editto napoleonico, i monaci furono cacciati e i beni immobili venduti a privati. Del monastero s’impossessò il demanio e fu spogliato d’ogni oggetto di valore; le cento pregevolissime pitture della pinacoteca passarono per la maggior parte al Comune. Il Monastero, consegnato dal governo francese a quello austriaco e da questo, a quello italiano, fu prima adibito ad ospizio di soldati invalidi, poi ad ospedale militare, poi a caserma. Talvolta nella guerra 1915-1918 servì da magazzino militare e da dormitorio alle truppe. Il 22 giugno 1917 Papa Benedetto XV ricostituì l’abbazia di Santa Giustina con tutti i suoi antichi diritti e privilegi, affidandone provvisoriamente l’amministrazione all’Abate della vicina Praglia, che vi pose una comunità di suoi monaci. Il 1° Novembre 1942 si costituì la comunità propria del monastero, la quale il 22 gennaio 1943 elesse, dopo 123 anni di interruzione, il nuovo Abate.

Il complesso dell’Abbazia di Santa Giustina a Padova comprende la grande Basilica dalle otto cupole e il ricco monastero, di cui è possibile visitarne il Chiostro del Capitolo, costruito nel XII secolo in stile romanico e il Chiostro Maggiore, chiamato anche Chiostro Dipinto per i molti affreschi che lo decoravano. L’interno della Basilica di Santa Giustina, vasto e luminoso, uno dei massimi capolavori dell’architettura rinascimentale, è a croce latina e si presenta diviso da grandi pilastri in tre navate. Per dimensioni (122 metri di lunghezza) Santa Giustina è la nona tra le chiese del mondo, segnata anche nel pavimento della Basilica di S. Pietro a Roma. Partendo dalla navata di destra, dietro l’Arca di San Mattia si apre un suggestivo passaggio per il Pozzo dei Martiri (1566) dove sono raccolte tutte le reliquie dei martiri padovani; sulla destra una gabbia in ferro che conteneva le reliquie di San Luca. Di qui si giunge al Sacello di San Prosdocimo fatto costruire alla fine del VI secolo. Tornando in chiesa, si possono visitare la cappella dedicata a San Massimo, nota per il movimentato gruppo marmoreo di Filippo Parodi raffigurante la Pietà, e la trecentesca Cappella di San Luca l’evangelista. L’ancona (tavola dipinta) di Andrea Mantegna che era posta sopra l’Arca di San Luca, opera pisana del 1316 con bellissimi rilievi in alabastro, fu asportata da Napoleone e oggi si trova alla Pinacoteca Brera di Milano. Una lapide in marmo nero ricorda la sepoltura della veneziana Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, morta nel 1684 a soli 38 anni, la prima donna laureata nel mondo (1678). Attraverso il Coro vecchio, che era l’abside della chiesa precedente (1462), con 50 stalli e sedili in noce, si accede all’antisagrestia, dove è custodito l’architrave del portale romanico della basilica vecchia (1080 circa). Notevolissimi gli intagli e i decori del cinquecentesco coro, dove la pala (Martirio di S. Giustina, 1575 circa) all’altare di fondo è di Paolo Veronese.

Info
Via Giuseppe Ferrari 2/a, Padova
Tel +39 049 8220411
[email protected]
www.abbaziasantagiustina.org

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