Padova

Basilica di Sant’Antonio a Padova

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Basilica di Sant'Antonio a Padova

La Basilica di Sant’Antonio a Padova, conosciuta con il nome “Il Santo”, è l’edificio religioso più importante della città e meta di migliaia di pellegrini che ogni anno il 13 giugno, festa del Santo, invadono le vie del centro per la famosa processione. La Basilica, che fu iniziata nel 1232 per custodire la tomba del frate francescano Antonio, morto a Padova nel 1231, sorge nel luogo ove già dal 1110 esisteva una chiesa dedicata a Maria poi inglobata nella Basilica come Cappella della Madonna Mora. Nel 1229 era sorto accanto alla chiesetta il convento dei frati fondato probabilmente dallo stesso Sant’Antonio. L’attuale Basilica è in gran parte l’esito a cui si è giunti attraverso tre ricostruzioni, succedutesi nell’arco di una settantina d’anni: 1238-1310.

La Basilica di Sant’Antonio a Padova presenta nella sua complessa struttura una caratteristica fusione di stili: elementi romanici nella facciata a campana, gotici nella pianta del deambulatorio con le sette cappelle, bizantini nelle otto cupole rivestite in piombo e moreschi nei due campanili sottili e slanciati. Il tempio fu subito oggetto di attenzioni e cure, anche da parte del Comune di Padova che chiamò i più valenti artisti per decorarlo, a partire da Giotto che pare lavorò per il Capitolo dei Frati, nell’attuale omonimo chiostro. La lunetta del portale maggiore in cui il Mantegna raffigurò i santi Antonio e Bernardino da Siena, oggi conservata al Museo Antoniano, è sostituita da una copia di Nicola Locoff. Le tre porte in bronzo sono state realizzate dall’architetto Camillo Boito (1895).

L’interno della Basilica di Sant’Antonio a Padova, a croce latina e a tre navate che si uniscono in semicerchio dietro la tribuna, dove si aprono nove cappelle radiali, è un concentrato di capolavori, tra cui il complesso donatelliano: trenta opere, alcune ammirabili presso l’altare maggiore, che il grande Donatello ha creato a Padova, dal 1444 al 1450, e che costituiscono uno degli eventi fondamentali del rinascimento e dell’arte non solo italiana. Tra le cappelle più importanti ci sono la Cappella della Tomba di Sant’Antonio, chiamata anche Arca, la Cappella del Beato Luca Belludi, interamente affrescata da Giusto de’ Menabuoi (1382), e la Cappella del Tesoro, opera barocca del Parodi (allievo dei Bernini), che custodisce le reliquie del Santo, tra cui la sua lingua. Nel 1263  fu aperta per la prima volta la bara che conteneva i resti di Sant’Antonio, soprattutto per estrarne alcune reliquie da offrire alla devozione dei fedeli anche in altre chiese. Grande fu la sorpresa nel vedere ancora incorrotta la lingua del Santo.

Infine, nel sagrato della Basilica, a fianco all’Oratorio di San Giorgio, si trova la Scuola del Santo o Scoletta, sede storica dell’Arciconfraternita di Sant’Antonio da Padova eretta nel 1427. L’edificio riprende lo stile semplice della costruzione in mattoni che caratterizza le chiese Antoniane. La facciata è stata modificata nel 1930 con l’aggiunta di una cornice a mezza altezza. Al suo interno si trovano un pregevole affresco del Padovanino, raffigurante la Madonna col Bimbo, con i santi Biagio e Girolamo e una bella statua in legno della Immacolata, usata per le processioni, di R. Rinaldi, allievo di Canova. Il secondo piano della Scoletta fu fatto costruire in un secondo momento, alla fine del ‘400 per ospitare la Sala Priorale, che fu, nei primi vent’anni del ‘500, affrescata dai più importanti pittori che gravitavano in area veneta, tra cui Girolamo dal Santo e Bartolomeo Campagna. Contribuì alla bellezza della sala anche un giovane pittore locale, che si era già guadagnato fama di grande maestro: Tiziano Vecellio. Proprio nella Scoletta sono custoditi i suoi capolavori giovanili e sono evidenti le sue influenze anche nelle opere di altri pittori.

Fernando di Buglione nacque a Lisbona nel 1195 da una nobile famiglia portoghese, discendente dal crociato Goffredo di Buglione. Nel 1221, scosso per l’uccisione di cinque frati francescani missionari in Marocco, chiese e ottenne di farsi francescano e di partire in missione. Appena arrivato in terra africana, una malattia infranse il suo sogno e fu costretto a ritornare. Invitato al Capitolo generale di Assisi, ebbe modo di ascoltare Francesco e, su mandato dello stesso, iniziò poi a predicare in Romagna, nell’Italia settentrionale e in Francia. Emblematico il fatto che non venga ricordato con il nome della sua città natale, ma come Sant’Antonio di Padova, città a cui appartiene, dove svolse la parte più significativa del suo ministero e dove fu sepolto dopo la sua morte, nel 1231. Papa Gregorio IX, per i numerosi miracoli compiuti da Antonio, lo canonizzò dopo solo un anno dalla morte. Sant’Antonio di Padova, uno dei santi più amati del mondo, è il santo dei miracoli celebrato il 13 giugno, giorno della sua morte, ma è soprattutto il grande maestro spirituale, come indica il titolo di “dottore evangelico” attribuitogli da Papa Pio XII. A Sant’Antonio fu dedicata la grande basilica di Padova, proprietà della Santa Sede, come la basilica di San Francesco ad Assisi.

Info
Piazza del Santo 11, Padova
Tel +39 049 8225652
Fax +39 049 8789735
[email protected]
www.basilicadelsanto.it

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