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Cappella degli Scrovegni a Padova

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Uno dei massimi capolavori dell'arte occidentale, presenta il ciclo più completo di affreschi mai realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità: Giotto. Read More
Cappella degli Scrovegni a Padova

La Cappella degli Scrovegni a Padova (intitolata a Santa Maria della Carità), capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, presenta il ciclo di affreschi più completo mai realizzato dal grande maestro toscano Giotto nella sua maturità, considerato una delle opere d’arte più importanti di tutti i tempi, pari solamente alla Cappella Sistina di Michelangelo in Roma. Colore e luce, poesia e pathos, l’uomo e Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanità e di fede, fusi assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo. Il ciclo pittorico della Cappella degli Scrovegni è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna, gli episodi della vita di Maria, e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù. Con quest’opera Giotto inizia una nuova era nella storia della pittura, superando l’astrazione formale della corrente bizantina allora dominante, per proporre forme umane più naturali e realistiche e per questo fu definito anche il primo pittore moderno. La Cappella presenta un’architettura molto semplice, su progetto forse dello stesso Giotto: un’elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, all’interno un unico ambiente terminante sul fondo con un presbiterio in cui si trova il sarcofago di Enrico Scrovegni, opera di Andriolo de Santi.

La Cappella degli Scrovegni, costituita da un unico vano di 20,5 x 8,5 m. e di 18,5 m. in altezza con copertura a botte, sorge tra i ruderi dell’antica Arena di Padova e fu fatta erigere nell’anno del primo Giubileo (1300) da Enrico degli Scrovegni, ricchissimo banchiere padovano, a completamento del suo palazzo e in suffragio dell’anima sua e di suo padre Reginaldo (l’usuraio ricordato da Dante nel Canto XVII dell’Inferno). Per adornare l’edificio, destinato ad accogliere lui stesso e i suoi discendenti dopo la morte, Enrico chiamò due tra i più grandi artisti del tempo: a Giovanni Pisano commissionò 3 statue d’altare in marmo raffiguranti la Madonna con Bambino tra due diaconi, a Giotto la decorazione pittorica della superficie muraria. Giotto all’epoca era un artista già celebre: aveva lavorato per il papa nella Basilica di San Francesco in Assisi e in San Giovanni in Laterano a Roma, a Padova nella Basilica di Sant’Antonio e nel Palazzo Comunale (detto “della Ragione”). A lui venne affidato il compito di raffigurare una sequenza di storie tratte dal Vecchio e dal Nuovo Testamento che culminavano nella morte e resurrezione del Figlio di Dio e nel Giudizio Universale, allo scopo di sollecitare chi entrava nella Cappella a rimeditare sul suo sacrificio per la salvezza dell’umanità. Egli immaginò una struttura architettonica in finti marmi dipinti che sorregge la volta dall’aspetto di cielo stellato e i riquadri con le storie della Vergine e di Cristo. L’opera fu ultimata in tempi molto brevi tanto che nel 1305, dopo 2 soli anni di lavoro, la Cappella era tutta decorata e veniva consacrata per la seconda volta. Non si sa nulla, ancora oggi, della storia della Cappella fino all”800, quando rischiò di scomparire per il disinteresse dei nuovi proprietari che avevano lasciato crollare il portico sulla facciata ed il palazzo fatto costruire da Enrico. L’intervento del Comune, che nel frattempo l’aveva acquistato (1881), servì ad impedirne la perdita, ma sia l’edificio che gli affreschi erano già gravemente danneggiati. Furono messi in opera radicali interventi di restauro soprattutto a fine ‘800 e agli inizi degli anni ’60. Ma più recentemente si era venuto a creare un nuovo fenomeno di degrado causato dall’inquinamento, per cui il colore si polverizzava e cadeva. Nel 2000, la costruzione del nuovo corpo di accesso (Corpo Tecnologico Attrezzato), unitamente all’installazione di un impianto di trattamento dell’aria, ha permesso di gestire il forte flusso dei visitatori in modo tale da non pregiudicare la conservazione degli affreschi. Gli ultimi controlli, evidenziando una stabilizzazione della situazione, hanno permesso di eseguire il restauro ultimato nel marzo 2001. All’interno del corpo tecnologico, in attesa di entrare in Cappella, è possibile assistere ad un interessante filmato sulla storia della piccola chiesa.

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Info
Piazza Eremitani 8, Padova
Tel +39 049 2010020
[email protected]
www.cappelladegliscrovegni.it

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